Descrizione Cult Movie...

Cult movie è un termineinglese utilizzato per indicare un film che, spesso al di là dei mezzi economiciimpiegati per produrlo e malgrado il suo successo o insuccesso commerciale,finisce per diventare col tempo un oggetto di culto per l'insieme deglispettatori o, più spesso, per una determinata cerchia di affezionati.I "cultmovie" possono appartenere a qualsiasi genere cinematografico. Spesso si trattadi pellicole a basso costo, nate con scopi esclusivamente commerciali: i filmdell'orrore, i film di fantascienza e i film appartenenti al filoneexploitation sono tipici esempi di cultmoviegenerazionali. . . . . . . . . .

30/09/07

Black Sheep

Titolo Italiano: Black SheepTitolo Originale: Black Sheep
Anno: 2006
Durata: 87 min

Regia: Jonathan King
Sceneggiatura: Jonathan King
Cast: Nathan Meister, Danielle Mason

Sito ufficiale: www.blacksheep-themovie.com
Sito italiano: N/D

Scheda Cinema
Scheda Dvd


Black Sheep è una divertente commedia horror che spazia dai temi ambientalistici a quelli più classici degli zombie movies, in una magnifica cornice neozelandese. Un connubio che fa tornare alla mente le altissime vette toccate da Splatters di Peter Jackson. Un film godibilissimo e sostenuto da un’idea di fondo, quella delle pecore assassine, originale e innovativa.


Inside the movie...

L’assunto di base è che in Nuova Zelanda ci sono più pecore che esseri umani. Ebbene, preso atto di questo, cosa succederebbe se queste pecore si rivoltassero contro i loro padroni? Black Sheep è uno dei film più divertenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni, è un horror e allo stesso tempo una commedia nera che strappa ben più di una risata. Un esperimento di ingegneria genetica non propriamente riuscito trasforma le pecore in animali rabbiosi e assetati di sangue. Non solo, il loro morso causa nell’uomo tremende mutazioni che trasformano le persone in vere e proprie pecore mannare. Sì, avete capito bene. Pecore mannare. Alla vicenda del contagio contribuisce l’intreccio con le vicissitudini di due ambientalisti che, cercando di liberare gli ovini dal laboratorio in cui si conducono gli esperimenti su di esse, non fanno altro che diffondere la mutazione tra la popolazione del villaggio contiguo.

Gli effetti speciali sono affidati al Weta Workshop di jacksoniana memoria e, a ben vedere, il film stesso ricorda, in molte sue parti, quel piccolo capolavoro orrorifico di Splatters – Gli Schizzacervelli. Il fatto che spesso, vedi il feto ovino assassino o gli umani mutati, gli effetti risultino un po’ naif e grotteschi è semplicemente voluto, per dare un tono ancor più slapstick alle vicende.

I personaggi risultano a volte un po’ macchiettistici: su tutti l'ambientalista un po' sciroccata interpretata da Danielle Mason, Experience, o il crudele Angus Oldfield (Peter Feeney), fratello del protagonista Henry (Nathan Meister). Tutto sommato, però, la caratterizzazione per eccesso fa parte della costruzione della commedia di genere e nulla toglie al divertimento della visione, anzi.

Black Sheep è pertanto un ottimo film, assolutamente non stupido o volgare nel divertimento che crea nello spettatore: visione altamente consigliata!

28/09/07

PESARHORRORFEST IV - Resoconto del Festival


PESARHORRORFEST IV - Resoconto del Festival
Si è conclusa con un ottimo bilancio di presenze l'ultima edizione del PesarHorrorFest, Festival Internazionale di Cinema e letteratura Horror, svoltosi nella deliziosa cittadina di Pesaro dal 21 al 26 Agosto.
Nonostante alcuni problemi logistici causati dalla compresenza di numerosi eventi in città, l'organizzazione dell'evento è stata ineccepibile: un festival non pretenzioso che è riuscito a unire un buon concorso per cortometraggi (di discreto livello pure le proiezioni fuori concorso) ad una interessante retrospettiva sul regista CULT Jorg Buttgereit, oltre alla consolidata sezione "eventi colletterali", dedicata alle dark ladies della letteratura italiana.
Non sono mancate inoltre le anteprime di lungometraggi, quali NyMpha di Ivan Zuccon, La notte eterna del Coniglio, di Valerio Boserman, il controverso Feed di Brett Leonard e Il metodo Orfeo di Filippo Sozzi, che hanno visto la presenza dei registi e degli interpreti principali.
Ma veniamo ai corti: delle oltre 50 opere pervenute la commissione selezionatrice ha scelto 7 film da proiettare durante le serate festivaliere, per il concorso "Il ritorno dei corti viventi"; sette opere molto diverse tra loro; storie di miti, fantasmi o zombies, come quella di “Moebius, chi bussa alla mia porta?”, di Donatello Della Pepa, una trasposizione cinematografica da E.A. Poe, L'Occhio di Angelo e Giuseppe Capasso, perfino un fatto di cronaca riguardante un serial killer inglese, “Liver”, di Federico Greco, ma su tutte ha trionfato guadagnando i consensi del pubblico e della giuria, composta da Chiara Palazzolo (scrittrice), Valerio Boserman (regista), Laura More (attrice), Michele Pastrello (regista vincitore del 2006) e Andrea Bruni (critico), il cortometraggio “Un certain regard” di Mario Tani, vicenda pulp di chiara ispirazione tarantiniana.
Il premio per il miglior soggetto è andato al labirintico “Tunnel”, di Roberto Palma, prodotto dal Laboratorio di Cinema dell’Università di Tor Vergata.
Interessantì le proposte fuori concorso: tra gli 11 corti selezionati spicca senz’altro “La donna della Toilette”, di Alberto Viavattene: un omaggio ai polizieschi italiani anni ’70 dalle atmosfere cupe, che ha già riscosso successi in numerosi Festival Internazionali.
Re indiscusso della manifestazione, Jorg Buttgereit, ha presenziato alle proiezioni e agli incontri, con grande disponibilità.
Questa retrospettiva è stata un'occasione unica per visionare l’opera omnia del cineasta tedesco, consacrato da una delle sue opere più controverse, Nekromantik, torbida storia riguardante la necrofilia, ambientata nella germania degl anni ’80; sono stati proiettati inoltre i cortometraggi che Buttgereit realizzò in età adolescenziale, uno su tutti merita la menzione, la saga di “Captain Berlin”, goffo supereroe, impersonato dallo stesso autore, e J.B.’s Horror Heaven, una sorta di CreepShow, dove vengono presentati, sotto forma di parodia, i mostri più celebri del cinema di genere.
I temi principali dei suoi film, vita e morte, sono affrontati spesso con una sorta di distacco emotivo, altre volte, come accade nei cortometraggi “Hot Love” e “Der Todesking” appaiono come stretti da un legame di estrema necessità, indivisibili.
Buttgereit si è prestato inoltre ad una piacevole conversazione riguardante gli spunti dei suoi film: le componenti autobiografiche, come lui stesso ha dichiarato, riguardano l’aspetto quotidiano della sua Berlino, e quello più underground legato alla sua vita giovanile, ma nessun riferimento autobiografico si trova nei personaggi che presenta nei suoi film, figure anonime, emarginate dalla società.
Ci ha inoltre rivelato che sta lavorando ad un progetto internazionale che vede coinvolti vari artisti, per la realizzazione di un documentario di oltre 60 minuti: una serie di spezzoni realizzati da diversi registi con la collaborazione di altrettanti attori e celebri artisti, tra cui la nostra Asia Argento, con la quale ha girato un episodio a New York.

27/09/07

OLD SCHOOL AMERICAN HORROR, AND PROUD OF IT!

Hatchet

Hatchet
innanzitutto posso dire che non è niente di nuovo sul fronte "trama" degli slasher movie, classica storia di un gruppo di persone sperduti nella palude con un pazzo omicida deforme che li insegue
dry.gif , le differenze sostanziali con gli altri film di questo genere sono sporatutto nelle scene forti durante i vari massacri, diciamo che il regista e gli sceneggiatori non si sono dati un limite!! è l'eccesso dello splatter gore in piena regola (mai visto tanto sangue uscire da una persona blink.gif ) tra persone aperte letteralmente in 2 da un accetta o sezionandole solo con l'uso della forza delle braccia ce n'è per tutti!!

nelle varie recensioni che ho letto su internet si narra la leggenda che i produttori durante la prima visione interna del film durante la post-produzione abbiano vomivata per il livello di gore nel film , posso dire che pure io in una determinata sequenza ho avuto un po' di malessere ph34r.gif e che ne ho visti in vita mia di horror

Non aspettatevi tensione, scene magistrali, rivoluzioni, sottotesti socio-politici e capolavori vari ma se siete in cerca di una sana boccata d’aria, di uno spassoso ritorno al passato e della mattanza gore dell’anno, Hatchet è il titolo che fa per voi!

OLD SCHOOL AMERICAN HORROR, AND PROUD OF IT