Descrizione Cult Movie...

Cult movie è un termineinglese utilizzato per indicare un film che, spesso al di là dei mezzi economiciimpiegati per produrlo e malgrado il suo successo o insuccesso commerciale,finisce per diventare col tempo un oggetto di culto per l'insieme deglispettatori o, più spesso, per una determinata cerchia di affezionati.I "cultmovie" possono appartenere a qualsiasi genere cinematografico. Spesso si trattadi pellicole a basso costo, nate con scopi esclusivamente commerciali: i filmdell'orrore, i film di fantascienza e i film appartenenti al filoneexploitation sono tipici esempi di cultmoviegenerazionali. . . . . . . . . .

28/09/07

PESARHORRORFEST IV - Resoconto del Festival


PESARHORRORFEST IV - Resoconto del Festival
Si è conclusa con un ottimo bilancio di presenze l'ultima edizione del PesarHorrorFest, Festival Internazionale di Cinema e letteratura Horror, svoltosi nella deliziosa cittadina di Pesaro dal 21 al 26 Agosto.
Nonostante alcuni problemi logistici causati dalla compresenza di numerosi eventi in città, l'organizzazione dell'evento è stata ineccepibile: un festival non pretenzioso che è riuscito a unire un buon concorso per cortometraggi (di discreto livello pure le proiezioni fuori concorso) ad una interessante retrospettiva sul regista CULT Jorg Buttgereit, oltre alla consolidata sezione "eventi colletterali", dedicata alle dark ladies della letteratura italiana.
Non sono mancate inoltre le anteprime di lungometraggi, quali NyMpha di Ivan Zuccon, La notte eterna del Coniglio, di Valerio Boserman, il controverso Feed di Brett Leonard e Il metodo Orfeo di Filippo Sozzi, che hanno visto la presenza dei registi e degli interpreti principali.
Ma veniamo ai corti: delle oltre 50 opere pervenute la commissione selezionatrice ha scelto 7 film da proiettare durante le serate festivaliere, per il concorso "Il ritorno dei corti viventi"; sette opere molto diverse tra loro; storie di miti, fantasmi o zombies, come quella di “Moebius, chi bussa alla mia porta?”, di Donatello Della Pepa, una trasposizione cinematografica da E.A. Poe, L'Occhio di Angelo e Giuseppe Capasso, perfino un fatto di cronaca riguardante un serial killer inglese, “Liver”, di Federico Greco, ma su tutte ha trionfato guadagnando i consensi del pubblico e della giuria, composta da Chiara Palazzolo (scrittrice), Valerio Boserman (regista), Laura More (attrice), Michele Pastrello (regista vincitore del 2006) e Andrea Bruni (critico), il cortometraggio “Un certain regard” di Mario Tani, vicenda pulp di chiara ispirazione tarantiniana.
Il premio per il miglior soggetto è andato al labirintico “Tunnel”, di Roberto Palma, prodotto dal Laboratorio di Cinema dell’Università di Tor Vergata.
Interessantì le proposte fuori concorso: tra gli 11 corti selezionati spicca senz’altro “La donna della Toilette”, di Alberto Viavattene: un omaggio ai polizieschi italiani anni ’70 dalle atmosfere cupe, che ha già riscosso successi in numerosi Festival Internazionali.
Re indiscusso della manifestazione, Jorg Buttgereit, ha presenziato alle proiezioni e agli incontri, con grande disponibilità.
Questa retrospettiva è stata un'occasione unica per visionare l’opera omnia del cineasta tedesco, consacrato da una delle sue opere più controverse, Nekromantik, torbida storia riguardante la necrofilia, ambientata nella germania degl anni ’80; sono stati proiettati inoltre i cortometraggi che Buttgereit realizzò in età adolescenziale, uno su tutti merita la menzione, la saga di “Captain Berlin”, goffo supereroe, impersonato dallo stesso autore, e J.B.’s Horror Heaven, una sorta di CreepShow, dove vengono presentati, sotto forma di parodia, i mostri più celebri del cinema di genere.
I temi principali dei suoi film, vita e morte, sono affrontati spesso con una sorta di distacco emotivo, altre volte, come accade nei cortometraggi “Hot Love” e “Der Todesking” appaiono come stretti da un legame di estrema necessità, indivisibili.
Buttgereit si è prestato inoltre ad una piacevole conversazione riguardante gli spunti dei suoi film: le componenti autobiografiche, come lui stesso ha dichiarato, riguardano l’aspetto quotidiano della sua Berlino, e quello più underground legato alla sua vita giovanile, ma nessun riferimento autobiografico si trova nei personaggi che presenta nei suoi film, figure anonime, emarginate dalla società.
Ci ha inoltre rivelato che sta lavorando ad un progetto internazionale che vede coinvolti vari artisti, per la realizzazione di un documentario di oltre 60 minuti: una serie di spezzoni realizzati da diversi registi con la collaborazione di altrettanti attori e celebri artisti, tra cui la nostra Asia Argento, con la quale ha girato un episodio a New York.

Nessun commento:

Posta un commento